12/02/2013 - 00352 birikina
Soffro di displasia congenita bilaterale alle anche dalla nascita, trattate chirurgicamente ma senza guarigione, sono nata il XX e abito a XX; nel 1991 mi hanno riconosciuto l'invalidità civile con punteggio pari al 76%, con diritto alla pensione; era anche arrivato il libretto ma nel frattempo ero riuscita a trovare lavoro (nel 1986 mi ero licenziata dalla fabbrica in quando non riuscivo a svolgere il lavoro per i miei problemi) in comune di YY come categoria protetta.
Nel 1978 in seguito ad un incidente stradale sono stata operata alla tibia che riportava fratture in 3 punti.
Nel 1997 sono riuscita a trasferirmi nel mio comune di residenza.
Durante questi anni sono molto peggiorata, premetto che l'anca sx è completamente bloccata nei movimenti, faccio le scale solo con la gamba dx faticando molto in quanto il ginocchio dx sta cedendo, le dita dei piedi sono artrosiche e si stanno tutte accavallando provocandomi molti dolori, quando indosso le scarpe, ho la scoliosi, soffro di dolori muscolari in tutto il corpo.
Non riesco ad indossare le scarpe se non con l'ausilio di attrezzi vari, per infilarmi le calze devo fare delle manovre particolari, se mi inciampo in un foglio di carta cado e ogni tanto le anche mi cedono.
Autonomamente senza stampelle riesco a percorrere solo 50 mt., non le uso sempre solo perché mi vergogno!!!!!!!!!
Quando mi alzo dalla sedia per iniziare la deambulazione devo attendere qualche minuto, e comunque con molti dolori.
Nel 93 sono stata operata alle varici gamba sinistra per insufficienza venosa.
Nel 98 ho avuto l’asportazione della cistifellea per calcolosi e nel marzo 2011 intervento alle varici gamba destra.
Nel luglio 2011 ho subito tiroidectomia totale con carcinoma trattata con terapia radio metabolica con iodio 131 in novembre 2011 e ripetuta in novembre 2012.
Visto che risulta sempre più complicato recarmi al lavoro per problemi di deambulazione e dolori dappertutto e nonostante la terapia ormonale sostitutiva per la tiroide sono sempre molto stanca ho chiesto in luglio 2012 il riconoscimento di handicap grave per ottenere i permessi lavorativi e essere tutelata in previsione di eventuali trasferimenti lavorativi per non aggravare ulteriormente la mia situazione.
Non mi sono preoccupata di integrare la documentazione in mio possesso con nuovi certificati medici, in quanto davo per scontato che una patologia come la mia non è di certo soggetta a miglioramento anche in considerazione dei problemi intervenuti nel corso degli anni, ma nemmeno il mio medico curante mi ha consigliato di portare ulteriore documentazione.
In data 2/10/12 ho ricevuto il verbale e noto con grande rammarico che non solo non mi hanno riconosciuto l'handicap ma mi hanno ridotto notevolmente la percentuale di invalidità, dal 76 al 65%, dichiarando pure che non sussistono i requisiti per ottenere il contrassegno di sosta e circolazione che precedentemente mi era stato assegnato con durata illimitata.
Mi chiedo come questi medici, medico INPS assente, in soli cinque minuti abbiano potuto valutare il mio handicap, non mi hanno neppure fatto camminare e visitato.
Desidero non solo fare ricorso ma denunciare queste commissioni incompetenti forse non si rendono conto dei disagi che dovrò sostenere per altre visite e pratiche.
16/02/2013
Comprendo il suo rammarico.
Per quanto riguarda la velocità con la Commissione l'ha esaminata, purtroppo, come ripeto da molto tempo, la procedura per il riconoscimento dell'invalidità civile andrebbe cambiata, perché quella attuale non consente sempre una corretta valutazione dei casi; le domande sono troppe e il tempo a disposizione della Commissione sono stringati; piuttosto che pagare assai poco 5-7 componenti, sarebbe più produttivo pagare "decentemente" solo 1 o al massimo 2 medici, dando loro più tempo per l'esame di ogni pratica.
Quanto al suo caso personale, senza una visita, non posso esprimere una opinione sul fatto che abbia o no i requisiti della legge 104/92.
Purtroppo, non può fare un ricorso amministrativo, ma solo giudiziale con la procedura dell'ATP (Accertamento Tecnico Preventivo)*.
Le consiglio di farsi assistere da un Patronato, il quale, mettendole a disposizione un medico-legale gratuitamente, potrà dirle se vi siano o no buone possibilità di successo.
*per info sull'ATP vedi http://www.medico-legale.it/showPage.php?template=blog_news&id=7